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Parlare di ambiente è parlare di società
greeno.it - 20 dicembre 2012

Vorrei innanzitutto dissipare un possible equivoco
Perle ai porci
doppiozero.it, 19 dicembre 2012

L’arte, diceva Hegel, è una cosa del passato. Che sia lo stesso – oggi – per la cucina?
Il tempo degli alberi
I love Sicilia, dicembre 2012

Il libro l’ho letto d’un fiato, scansando i soliti impegni, perdendo qualche ora di sonno ma guadagnandone diverse di pensosa felicità. Passate alcune settimane ho deciso di riprenderlo in mano, sfogliarlo di nuovo e lanciare qui e ora una modesta proposta: perché non adottarlo nelle scuole di ogni ordine e grado, isole comprese?
Mistici laici
la Repubblica - Palermo, 9/12/12

È possibile essere mistici senza credere in Dio? Secondo Michele Cometa, sembra che nel Novecento non sia accaduto altro.
Oggetti d'infanzia / Latte Nestlè
doppiozero.com, 5 dicembre 2012

La latta rotonda, nel ripiano alto del frigorifero, era sempre un po’ unta. A prenderla in mano, ci si restava quasi incollati, come a formare un’unica entità ibrida e ideale che costituiva il principale desiderio del mio palato e il buco senza fondo dell’iperestesia tardo moderna
Che il ritardo sia con voi
I love Sicilia - novembre 2012

Sul fenomeno dell’imbarazzo, psicologi e sociologi hanno scritto biblioteche intere. Sui ritardi dei meridionali mal tollerati dai germanici ci sono anche le barzellette. Sulle due cose insieme devo verificare nelle bibliografie straniere.
Bersani, il benzinaio
doppiozero.com, 11 ottobre 2012

Nel Belpaese, come sempre, domina l’industria dell’auto. Non foss’altro che per additarla come diavolo imprescindibile. Tutti se la prendono con Marchionne perché sbeffeggia l’Italia, e lui minaccia di rifare quanto ha già fatto: andarsene all’estero, tacciando per giunta Firenze, simbolo universale dell’italianità, d’essere una “piccola città”.
Fronte dell'orto
livesicilia.it, 9 ottobre 2012

Sarà per Michelle Obama, sarà per Carlin Petrini che l’ha consigliata, sarà perché si diffonde un po’ ovunque la coscienza ecologica, sarà per la crisi, sarà per mimesi sociale, sarà quel che sarà, ma sembra che tutti, oggi, abbiano l’orto a casa. In giardino, in terrazzo, nella verandina, sul davanzale, perfino nelle aiuole condominiali.
Gesip, non c'è mafia. Allora non c'è notizia
livesicilia.it, 13 settembre 2012

Ragazzi, silenzio stampa. A dare un’occhiata ai media nazionali (stampa, tv, internet…) nei giorni delle sommosse palermitane inscenate dai lavoratori Gesip sembra proprio che ci si sia scambiati la consegna: non c’è notizia.
Scene da un matrimonio all'italiana
Il Mattino, 28 agosto 2012

Recentemente mi è capitato di sentire strillare una (diciamo così) signora perché aveva dimenticato a casa la macchinetta fotografica. Era di fronte a uno struggente tramonto e protestava addolorata: “cavolo, non lo guardo nemmeno, se non lo posso riprendere!”.
Il diritto alla privacy degli evasori fiscali
I love Sicilia - agosto 2012

Una recente notizia ci inquieta. Sembra che le recenti disposizioni governative in materia di tracciabilità del denaro stiano mettendo in crisi il mercato del lusso.
Padre Pino Puglisi, un eroe intermediale
doppiozero.com . 23 luglio 2012

Sfortunata la terra che ha bisogno di eroi? Forse no, se si tratta di eroi intermediali.
I costumi di casa nell'Italia in controluce di Eco
Il Mattino - 22 luglio 2012

C’era un tempo in cui si stava a casa in vestaglia, o forse in giacca da camera. La comodità dell’abbigliamento consentiva un rilassamento del corpo e, con ciò, una nuova elasticità della mente, che nel chiuso delle pareti domestiche poteva occuparsi non più di Alte Questioni Filosofiche da discutere in toga ma di piccole realtà quotidiane su cui rimuginare in pantofole.
Se il mondo sta per finire
Il Mattino - 8 luglio 2012

Un umorismo etico: ecco, molto in sintesi, lo stile di pensiero che Roberto Alajmo mette in gioco nella sua opera letteraria e saggistica, giornalistica e umana.
I gattopardi della comunicazione
livesicilia.it - 7 luglio 2012

C’eravamo appena liberati della straripante presenza mediatica e politica di un premier troppo spesso – e contro ogni buon senso – definito “grande comunicatore”, ed ecco che l’ultimo (al momento) scandalo siciliano torna a far nascere l’equazione che inopinatamente associa la comunicazione al malaffare.
Quella faccia facciosa
I love Sicilia - luglio 2012

Charlie Brown ha, fra gli innumerevoli altri, un problema: quello di possedere una faccia facciosa. Non è chiarissimo che cosa Lucy intenda quanto gli rimprovera questa sua curiosa proprietà fisiognomica: piattezza dei tratti? mancanza di carattere? Fatto sta che lui ne soffre moltissimo.
La babele dei linguaggi
la Repubblica Palermo - 24 giugno 2012

Tra gli inganni dell’età contemporanea v’è certamente il mito della multimedialità. Supportato da tecnologie spesso, come dire, onanistiche, questo mito divulga l’idea che le arti e la comunicazione dei nostri tempi facciano ricorso a molteplici linguaggi contemporaneamente.
Il nuovo marketing nell'era di wikipedia
la Repubblica - 19 giugno 2012

La vita è quello che ti succede quanto sei occupato a fare altri progetti. Lo diceva John Lennon, secoli fa, ma calza a pennello per la condizione attuale nell’universo dei consumi, e dunque del famigerato brand e di quella sua costola armata che è il marketing.
Navigare fuori rotta
doppiozero.com, 24 maggio 2012

Il Gps, questo sconosciuto. Nessuno ne parla, ma a ben pensarci un simile aggeggio tecnologico sta a poco a poco modificando la nostra vita quotidiana quasi quanto il più acclamato telefonino.
Pensiamo agli altri
livesicilia.com, 20 maggio 2012

Caro nuovo Sindaco, chiunque tu sia, credo che, oltre alle congratulazioni per aver vinto una sfida così complessa, hai bisogno di forti auguri per le difficoltà che ti aspettano nel governo di questa città geneticamente incarognita e tragicamente fancazzista, che ama bearsi di sedicenti glorie storiche che sono il segno della profonda ignoranza che nutre nei confronti dell’altro.
C'è bisogno di brioches
I love Sicilia - maggio 2012

Recentemente Enzo Vizzari, fra i principali critici gastronomici italiani, ha scritto che per mangiar bene a Palermo occorre uscirne fuori. Come dire che, a parte i due o tre soliti posti, cenare al ristorante nella nostra città non è proprio un’esperienza appagante.
Omar Calabrese, uomo di passioni forti
doppiozero.com, 1 aprile 2012

Omar Calabrese era uomo di passioni forti, di contraddizioni assunte, laceranti cambiamenti di rotta, fortissima coerenza e rivendicato rigore. Toscanaccio, vantava spesso le sue origini tunisine. Uomo di media e consulente di comunicazione per grandi aziende, insisteva sull’importanza culturale dell’accademia.
Vediamoci al centro
I love Sicilia - aprile 2012

“Vediamoci al Centro”, mi pare dica la sparatissima pubblicità del nuovo centro commerciale Conca d’oro, di imminente apertura a Palermo (e che, a meno di ulteriori complicazioni, quando questo articolo apparirà sarà già funzionante). Il gioco di parole del pubblicitario che si sente spiritoso è a prima vista snervante. È arcinoto a tutti, infatti, che, se un giorno in quel luogo ci vedremo, sarà nella brulla periferia, mica tra i fasti delle piazze con i teatri o nei boulevard con le signore ingioiellate.
La canottiera di Bossi
alfa+, 26 marzo 2012

I libri di Marco Belpoliti vanno letti a partire dalla fine: dalle pagine in cui scorrono le notizie bibliografiche. Sorta di saggio nel saggio, queste bibliografie narrate testimoniano non solo della varietà delle letture che all’autore son state necessarie per costruire i propri ragionamenti.
Facce nuove (e uguali) da destra a sinistra
dipalermo.it, 14 marzo 2012

Nelle menti confuse del palermitano medio, quali cerchiamo a fatica almeno di sembrare, si agitano in questi giorni due problemi che sono uno solo.
Addio alla prossemica
doppiozero.com, 12 marzo 2012

Chi ricorda la prossemica? Chi ha tuttora presente quell’affascinante serie di studi che, venti o trent’anni fa, cercavano di osservare i comportamenti delle persone, e soprattutto i modi con cui esse si accostano o si distanziano reciprocamente?
Caduti nella rete (di Facebook)
I love Sicilia, marzo 2012

Una nota di agenzia, ripresa da alcuni quotidiani, attira l’interesse del semiologo sempre al lavoro. Sembra che un giovane di Taormina, condannato come spacciatore e latitante da alcuni anni, sia stato individuato dalla polizia e conseguentemente arrestato grazie a una foto che aveva pubblicato su Facebook.
Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile
doppiozero.com 29 febbraio 2012

In un Bildungroman che si rispetti – come lo sono Someday this pain will be useful to you di Peter Cameron e la sua versione cinematografica, che adesso arriva nelle sale, di Roberto Faenza – bisogna diventar scemi.
Una foto, mille cose
doppiozero.com, 20 febbraio 2012

A qualcuno l’accostamento apparirà sconveniente o addirittura oltraggioso. Ma, proprio in ragione della sua cacofonia (e della conseguente necessità di armonizzarla), è il caso di proporlo. Il bel volume Storia di una foto curato da Sergio Bianchi (Derive Approdi) mi ha fatto pensare al Più grande spettacolo dopo il week end di Rosario Fiorello.
Sui manifesti il simbolo vincente è Facebook
Repubblica - Palermo, 12 febbraio 2012

Si avvicinano le elezioni amministrative comunali e, a Palermo, non si accende la campagna elettorale. Perché? Per il semplice fatto che è già accesa da tempo.
Philippe Descola. Diversità di natura, diversità di cultura
doppiozero.com, 10 febbraio 2012

È di pochi giorni fa una triste notizia: in Florida hanno abbattuto un senatore. Ciò che colpisce, tuttavia, non è la notizia in sé quanto piuttosto il suo genere: non si tratta di un assassinio politico ma di un disastro ecologico.
Senza simboli
rosalio.it, 6 febbraio 2011

A proposito della campagna elettorale in corso a Palermo. Ufficialmente, ricordiamolo, non ancora cominciata, sebbene in corso già da diversi mesi, se non anni, e con divertenti forme di comunicazione.
Nuovo cinema inferno
I love Sicilia - febbraio 2012

Niente di meglio che vedere lo straordinario The Artist, film muto sul film muto, nostalgicamente in bianco e nero, in un vecchio cinema di periferia, meglio ancora se in provincia. Immaginiamo compiaciuti sedie cigolanti col velluto rabberciato, un cinefilo d’antan al botteghino e l’odore acre di umidità dalle pareti: un’esperienza estetica tanto vintage da far invidia a Peppuccio Tornatore.
Il disagio di Enzo Consolo
doppio zero.com - livesicilia.it / 23 gennaio 2012

La prima volta che l’ho incontrato, secoli fa, era in un albergo a cinque stelle proprio al centro della Valle dei Templi di Agrigento, dove si trovava per ritirare non so quale premio letterario.
Il tempo delle istruzioni
doppiozero.com - 3 gennaio 2012

I frames del Natale sono noti. Comportamenti tipici, sequele preordinate di azioni e passioni, modi di dire e di fare, personaggi stereotipati. Ci sono quelli che finalmente si possono riposare, quelli che me ne sto solo a casa e vaff, quelli che mandano lo stesso sms o la stessa cartolina via mail a tutta la rubrica sentendosi tecnologicamente avanzati, ...
Quelli che il Natale
I love Sicilia - gennaio 2012

Fatti due conti, capisco che questo articolo, scritto i primi di dicembre, uscirà dopo le sbornie natalizie. Avrei voluto parlare dei vizi e delle virtù cittadine all’approssimarsi delle feste di fine anno, ma adesso posso solo giocare sulla profezia. E non è difficile, dato che i comportamenti natalizi dei palermitani medi sono sempre gli stessi. Stereotipi, direbbe qualcuno.
Isola e terraferma
doppiozero.com, 22 novembre 2011

Che cos’è un’isola? Alle scuole elementari ne davano una definizione ovvia ma inquietante: un lembo di terra interamente circondato dal mare. Esempio: la Sicilia è un’isola, come la Sardegna e Creta, l’Italia invece una penisola, come la Spagna o la Scandinavia.
Apocalipse now? Natura (s)morta
Marie Claire, novembre 2011

La Natura? È come il tempo per sant’Agostino. So bene che cosa si tratta, ma non appena mi domandano di definirla o spiegarla, ecco che non so più proferire parola; e la mente si perde in mille viottoli senza uscita. Tutti giureremmo di sapere esattamente che cosa è e che cosa non è naturale
Stress da Ikea
I love Sicilia, novembre 2011

Palermo (ccà), Catania (ddocu), Svezia (ddà). Da qualsiasi lato si rigiri, la triangolazione funziona, e in questo caso, l’avete capito, riguarda Ikea.
Elogio del dubbio
doppiozero.com 12 ottobre 2011

Mi sono sempre chiesto la ragione per cui i filosofi cosiddetti realisti, di ieri ma soprattutto di oggi, per dimostrare l’evidenza delle loro adorate concretezza e oggettività facciano ricorso a esempi sfigati: il vaso che cade sulla testa, l’ostacolo in cui si inciampa, ...
La mala educacion (in vacanza)
I love Sicilia - ottobre 2011

Appunti per una possibile raccolta dei nuovi stereotipi sui meridionali. Una sera d’estate, in un ristorante siciliano preteso chic, c’è un tavolo col solito uomo politico circondato dagli immancabili galoppini e da uno stuolo di giovani signore che amano farsi notare.
Ma il tempo sociale è ormai scandito da telefonini e web
la Repubblica - 23 settembre 2011

Internet killed the Tv Star? La rete ammazza la televisione? I social network contro Big Brother? No, non è una forma vintage del motivetto dei Buggless, ma un tormentone che circola tra opinionisti e esperti di media, rimbalzando sia in tv sia in rete. E, come tutti i tormentoni, ha una qualche dose di verità sebbene richieda un supplemento di riflessione.
Il brand pensiero
doppiozero.com 12.9.2011

La proposta di un “nuovo realismo” in filosofia, avanzata da Maurizio Ferraris in molti dei suoi ultimi libri e, poi, in una serie di articoli giornalistici apparsi su “La Repubblica”, che annunciano un prossimo convegno sul tema, ha avuto, fra gli altri, un curioso effetto: quello di far tornare a parlare di “pensiero forte” e, per contrapposizione, di “pensiero debole”.
Pensiero debole
doppiozero.com dossier "anni ottanta", 3.9.2011

A rileggere dopo quasi trent’anni Il pensiero debole si ha una strana sensazione di euforia, quell’euforia che, per nulla paradossalmente, si prova ogni qualvolta si colgono le ragioni della vaga nostalgia con cui per troppo tempo abbiamo convissuto.
Mondello e il pizzone
I love Sicilia - agosto 2011

Il diavolo sta nei dettagli, si sa. Molto spesso è dall’osservazione di cose minime che si colgono problemi e situazioni di grande portata: culturale e psicologica. Così è nei romanzi e nelle pubblicità, nell’abbigliamento e nella cucina. Ma anche e soprattutto nel design, specie se, per così dire, spontaneo, pop, relativamente casuale.
La Palermo da dimenticare con Caflish
rosalio.it 12/7/2011

Gli psicanalisti potrebbero eccitarsi. La Punta del golfetto di Mondello, là dove c’è l’Hotel La Torre, mira proprio in mezzo alle gambe di lei, creando una pubblicità subliminale che nemmeno nei migliori manuali di settore. Del resto, la posizione della ragazza, se immaginata da davanti, è di grande disponibilità, diciamo così, verso l’altro. E con le porcate potremmo continuare.
La Palermo da dimenticare con Caflisch
rosalio.it, 12 luglio 2011

Gli psicanalisti potrebbero eccitarsi. La Punta del golfetto di Mondello, là dove c’è l’Hotel La Torre, mira proprio in mezzo alle gambe di lei, creando una pubblicità subliminale che nemmeno nei migliori manuali di settore. Del resto, la posizione della ragazza, se immaginata da davanti, è di grande disponibilità, diciamo così, verso l’altro
Le mattanze di Favignana
I love Sicilia - luglio 2011

Sono tornato a Favignana dopo molti anni, e l’ho trovata uguale. M’aspettavo cementificazioni selvagge, e invece il fascino dell’isola – fra l’esotico e il delabré – non è stato eliminato dalle pur presenti speculazioni immobiliari.
L'e-migrante
I love Sicilia, giugno 2011

La diffusione a macchia d’olio dei blog e del cosiddetto web 2.0, dove ciascuno dovunque si trovi può intervenire su ciascuno dovunque si trovi, sta provocando, fra gli altri, un interessante fenomeno. Quello dell’emigrato che, non tornando, ritorna.
Le Veline del MinCulPop ora sono in Tv
La Stampa Tuttolibri, 28 maggio 2011

La gente non mormora più: c’è chiasso. Il grande avversario dei regimi tirannici e totalitari – il passaparola – è venuto meno grazie alle attuali nuove forme di censura, che non mirano a negare la parola ma ad amplificarla: nel doppio senso di alzarne il volume e moltiplicarla all’infinito. Parlando troppo, e troppo forte, non si dice più nulla.
Marketing dell’indignazione: il ritorno
doppio zero.com, 24 maggio 2011

Qualche anno fa, a proposito di alcune fortunate operazioni editoriali che mescolavano il giornalismo d’inchiesta con una certa facile retorica giustizialista, avevo proposto di riflettere sul senso e le forme del “marketing dell’indignazione”. In famiglia mi hanno insegnato che non è bene parlare di sé in pubblico, e certi studi strutturalisti di gioventù hanno radicato in me questa convinzione. Se dunque adesso lo faccio, dicendo di quella proposta, è perché adesso l’indignazione è diventata straordinariamente di moda, e cammina benissimo sulle proprie gambe anche senza un marketing che la supporti.
Gran Teatro Mondello
I love Sicilia - maggio 2011

Le frontiere non riguardano soltanto lo spazio ma anche il tempo.
Se la città si scopre normale grazie agli immigrati
dipalermo.it , 26 aprile 2011

In Favorita non si circola a causa del traffico, manco a dirlo disordinato, irrazionale, scomposto. Macchine in doppia fila lungo il Viale Diana, gente che stipa di tutto nei bagagliai di dette auto: tavolini pieghevoli e sedie sdraio, ghiacciaie, supersantos, buste della spesa ricolme di resti del picnic, radioline stereo, seggioloni, biciclette. Tutto tranne i residui del baccanale, ovvero i numerosi sacchetti d’immondizia lasciati per ogni dove nel prato.
Naufragare negli oggetti
La Stampa Tuttolibri, 23 aprile 1011

Una strana malattia minaccia le nostre vite: è la funzionalite, sindrome psico-sociale che porta a pretendere dagli oggetti tecnologici che ci circondano sempre maggiori capacità, originali forme di attività, ulteriori funzioni. C’è un telefono cellulare? Perché non introdurvi rubrica, calcolatrice, sveglia, fotocamera, agenda, videocamera, lettore di file musicali, navigatore satellitare e tutto ciò che, per puro principio, potrebbe starvi dentro?
Neo-televisione
Dossier "anniottanta", doppiozero. com, 5 aprile 2011

Chi ricorda la giraffa? La giraffa era una specie di trespolo che, per raccogliere le voci negli studi televisivi, faceva pendere dall’alto un microfono. Il microfono doveva essere rigorosamente nascosto, e con esso tutta l’apparecchiatura tecnica, in modo da far sembrare conduttori, ospiti e cantanti non in tv ma a teatro, non di fronte a telecamere ma a un pubblico reale.
Il paesaggio al tempo di Cetto
I love Sicilia - aprile 2011

Passato (credo e spero) il picco della sbornia postribolesca, per cui ogni pensiero e parola finiva per essere interpretata secondo il codice Ruby, ripensiamo a “Qualunquemente”, ottimo film col geniale Antonio Albanese. Tanto, a caldo, ne è già stato detto: che la realtà supera l’immaginazione, che la satira non colpisce in un mondo che fa tragicamente ridere di per sé, che sapevamo già tutto. Il personaggio dell’uomo politico ignorante e maleducato, pacchiano e disonesto, corrotto e fortemente intenzionato a governare per il proprio tornaconto personale è talmente realistico da far rattristare.
La via digitale porta alla Casa Bianca
La Stampa - Tuttolibri, 19 marzo 2011

Riconosciamolo: i nuovi media sono vecchissimi.
La mitologia del ponte
I love Sicilia - marzo 2011

Il ponte, artefatto umano che unisce spazi divisi per natura, ha sempre avuto un che di sacro. In guerra, i ponti si erigono e difendono, si conquistano e s’abbattono. In pace, li si usa per viaggi e commerci. Nella Roma antica il pontefice è qualcuno che costruisce e custodisce ponti, personaggio talmente importante da assumere il ruolo di capo religioso.
Tweet per la rivoluzione
doppiozero.com, 26 febbraio 2011

Di ciò che sta accadendo nei paesi del Maghreb continua a sfuggirci il senso profondo: il significato degli eventi, ma soprattutto la loro direzione. Si va avanti o indietro? Chiusure filo-islamiche regressive o aperture all’occidente democratico? Destra o sinistra? Leader storici che cadono, venti di ribellione, ma a che pro? Non si capisce. Da cui innumerevoli opinioni e interviste, interventi e interpretazioni, dibattiti, appelli d’ogni tipo.
Se nella pubblicità trionfa l’inciviltà del cattivo gusto
dipalermo.it - 14 febbraio 2011

Il grado di civiltà di un paese o di un popolo si misura anche nella pubblicità che produce: basta guardarsi intorno fra i cartelloni delle strade cittadine, sfogliare una rivista pubblicata in loco, guardare un po’ di tv regionali, ed ecco emergere uno spaccato di quel che la gente del luogo pensa e desidera, dei beni che considera importanti ma soprattutto dei valori che vi attribuisce.
I Brand e l'italiano
doppiozero.com, 13 febbraio 2011

Le lamentazioni circa la mala sorte della lingua italiana all’estero sono note. Tutte corrette: l’idioma che fu di Dante e Petrarca, Ariosto e Leopardi non se lo fila più nessuno. E la responsabilità è tanto per cambiare della politica, che fa molto poco per diffonderne l’interesse oltre i confini nazionali, tagliando fondi su fondi alle istituzioni che dovrebbero occuparsene come la Società Dante Alighieri e gli Istituti italiani di cultura.
Lancia in resta contro ogni cuorcontento
La Stampa Tuttolibri, 5 febbraio 2011

Cuorcontento, dice il dizionario, è chi si accontenta del poco che può avere, e perciò non s’affanna a cercar altro. Da cui la serie di proverbi che lo riguardano: Cuorcontento gran talento, Cuorcontento il ciel l’aiuta, Cuorcontento non sente stento… Personaggio strano, costui: ambivalente, ambiguo, per certi versi pericoloso. Da una parte è indice di saggezza, di chi ha capito che non c’è nulla a cui aspirare oltre la contingenza quotidiana. Dall’altra è supremo simbolo di stupidità, di rinuncia aprioristica alla conoscenza, di un’esistenza gioiosa perché cieca.
Poliziotti di pietra
doppiozero.com, 2 febbrario 2011

Parlare di spazi urbani e loro ricadute sociali vuol dire riflettere su significati delle città, delle tecnologie e degli arredi che le costituiscono. Spesso inconsapevoli a chi li ha progettati e a chi li usa; fino a quando non glielo li si fa notare. Bentham ipotizzava una galera illuminista: Foucault ha mostrato quanto fosse odiosa la forma-panottico che le sottostava.
Spinoza coi saldi
I love Sicilia, febbraio 2011

I saldi: ottimo tema di riflessione filosofica. Al di là delle questioni economiche (c’è la crisi e la gente si rifà il guardaroba solo con gli sconti), di marketing (e allora anticipiamo i ribassi) o di costume (e però tutti vanno a caccia di griffe), emergono annose problematiche metafisiche o, come s’usa dire oggi, ontologiche.
Sociologia del centro commerciale
I love Sicilia - gennaio 2011

In tempi di festività natalizie, ecco un progetto di ricerca per un antropologo dello shopping. Negli Usa da decenni studiano i malls, ossia i giganteschi centri commerciali che si stagliano imperiosi alle uscite strategiche nelle highways ...
Sarebbe il mago dell'iPad
La Stampa Tuttolibri, 23 dicembre 2011

Strano destino, quello di Marshall McLuhan. Tra gli autori più citati del Novecento, aspetta ancora qualcuno che ne spieghi il portato intellettuale. A trent’anni esatti dalla sua scomparsa, deve arrivare chi sappia valutarne non solo l’incidenza teorica ma anche il carico morale e politico, ideologico e religioso di tutto il suo lavoro.
E' il cervello o la caricatura di un fumetto?
La Stampa Tuttolibri, 4.12.2010

Di solito, quando si parla di immagini, ci si riferisce alle raffigurazioni della storia dell’arte (dipinti, sculture, incisioni) o alle visioni dei mass media (pubblicità, stampa, televisione), talvolta includendo le figure prodotte sinteticamente dal computer. Vengono fuori argomenti ormai secolari riguardanti l’evidenza dell’immagine rispetto a ciò che rappresenta, la sua intuitività, la sua immediatezza.
Dagli a Garibaldi
I love Sicilia, dicembre 2010

Parlar male di Garibaldi è oramai uno sport nazionale. Molto praticato in Sicilia. C’è uno che si alza e dice peste e corna dell’eroe dei due mondi, colpevole di chissà quali nefandezze verso l’Isola, ed ecco che tutti in coro trovano ridicoli i libri di storia studiati alle medie. Poi qualcuno prova a risistemare le cose, ma finisce per cadere nel calderone collettivo delle dicerie e delle controdicerie
I linguisti fanno parola muta
La Stampa Tuttolibri, 27.11.2010

La lingua materia del contendere, porta stretta da cui si additano i mali dell’epoca attuale. Specchio bisunto dei tempi, l’idioma del nostro Paese è oggetto polemico di molti libri recenti.
La Palermo esotica descritta da Eco
La Repubblica Palermo, 12.11.2010

I testi sui Mille e Garibaldi costituiscono ormai un genere letterario a sé. Basta entrare in libreria e vederli schierati in uno scaffale tutto per loro. Pura ricorrenza, si dirà: sono 150 anni dal fattaccio. Il Risorgimento tira. Se tuttavia, proprio in queste ultime settimane, non fosse montato intorno all’episodio e ai suoi supposti esiti storici un vero e proprio caso politico.
La Sicilia e il turismo lumbard
I love Sicilia - novembre 2010

Ancora sulle vacanze in questa Regione che dal turismo dovrebbe trarre i suoi maggiori ricavi. Quest’estate ho trascorso una settimana in un villaggio turistico siciliano – o, meglio, in Sicilia. Non lo dico per rimestare i triti luoghi comuni, peraltro tutti veri, circa la becera concezione del mondo che questi siti inevitabilmente manifestano (sintetizzabile più o meno così: “uniche attività garantite, quelle sotto la cintura”).
La cipria dei palermitani e la sabbia di Mondello
diPalermo.it, 31.10.2010

Il palermitano, checché se ne dica, è uno rispettoso delle norme. Anzi, trasformandole in forme, addirittura le anticipa. Scocca il 22 settembre? Maglioni in cachemire e pellicce leopardate mirano a un inverno da steppa siberiana. Arriva il 21 marzo? Macché primavera, per l’indigeno è estate, sfoggiando bicipiti al sole e nuotate gelide nel golfetto fra il Lauria e il moletto della Piazza.
C'è un losco falsario che si aggira per l'Europa
La Stampa Tuttolibri, 30.10.2010

Siamo avvertiti sin dall’epigrafe: ogni racconto storico che si rispetti inanella episodi realmente accaduti in una trama unitaria; poi la correda con una serie di divagazioni che, sviando dal tema principale, porta il lettore a considerar vero tutto ciò che sta seguendo con gli occhi della mente. Il Cimitero di Praga, nuovo romanzo di Umberto Eco, è fatto così: mescola realtà storica e invenzione romanzesca, precisione documentaria e piacere dell’affabulazione, iperstrutturazione narrativa e continui effetti-nebbia.
Sono i software a fare la rivoluzione culturale
La Stampa Tuttolibri, 16.10.2010

C’era una volta la cultura di massa, figlia di quei mezzi di comunicazione che a un pubblico indistinto appunto si rivolgevano. Era l’epoca dei media, i cui effetti economici, sociali, politici sono stati prorompenti nel Novecento. E dunque caparbiamente studiati da ricercatori e filosofi.
Erice amara
I love Sicilia - ottobre 2010

Prendendo molti aerei, in vacanza cerco di non farlo. Così, le ferie diventano roba locale, e ho modo di assistere e indirettamente valutare lo stato del turismo nell’Isola. Questa volta ho visitato diverse zone siciliane a Est e Ovest, Nord e Sud, e la conclusione è molto semplice, ancorché vecchissima: senza degne infrastrutture e senza una reale disponibilità indigena, un territorio che dovrebbe trarre dal turismo le proprie maggiori risorse economiche non può basare tutti i suoi asset sulla comunicazione di settore e su un pacchetto di eventi che dire provinciali è poco.
La città e il mare
La Repubblica - Palermo, 8 settembre 2010

Le legge morale fuori di me, il mare dietro di me. In questa caricaturale inversione dell’etica kantiana sta rinchiuso il carattere di Palermo: dei suoi abitanti, dei suoi spazi.
La spiaggia del Gattopardo
La Repubblica - Palermo, 18 agosto 2010

Il Gattopardo colpisce ancora. Si sa: affinché tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. Affermazione ormai proverbiale che al di qua della linea della palma può applicarsi quasi a tutto: dalla politica all’amministrazione, dall’economia alla cultura, dalle fidanzate alle canzoni di consumo. Perfino alle spiagge.
Quante idee stan dentro il verbo essere
La Stampa - Tuttolibri, 7 agosto 2010

C’è stato un tempo, felice ancorché rimosso, in cui la linguistica costituiva il modello privilegiato per la ricerca scientifica. Oggi suona strano, ma qualcuno ancora ricorderà come per tutta la prima metà del Novecento, moltissimi studi nel campo della società e della cultura, ma anche della vita e del cosmo, guardassero alle indagini linguistiche come a un evidente esempio di un metodo al tempo stesso originale e rigoroso, dagli esiti conoscitivi a dir poco straordinari.
Quel genio del Palazzo di città
I love Sicilia - agosto 2010

Mi chiedono di scrivere sulla fondazione di Palermo, sui miti che l’accompagnano. Roba da archeologi e classicisti, urbanisti e storici. Io che c’entro? Lo capisco a ricerca ultimata, dopo aver a lungo spigolato tra volumoni ingialliti, manoscritti in biblioteca, articoletti da eruditi di provincia, sommesse ricostruzioni antropologiche, accennate supposizioni con variabile grado di attendibilità.
Camilleri cannibale
I love Sicilia, luglio 2010

Nell’ultimo (mentre scrivo) romanzo di Andrea Camilleri con il commissario Montalbano, c’è una situazione imbarazzante. Una ragazza dabbene viene scambiata per una prostituta, e per questo viene maltrattata e uccisa come se fosse una vecchia bambola gonfiabile. La quale a sua volta viene rovinata alla stregua di una seconda bambolona che s’era usurata per gli usi e abusi reiterati nel tempo.
Suona la campana per la pubblicità
La Stampa - Tuttolibri 26.6.2010

La pubblicità è in declino: altre forme comunicative stanno prendendo il suo posto, lasciandole un ruolo di retroguardia nel campo della promozione commerciale e del discorso di marca. La nostra vita ne è tuttora invasa, dalla buca delle lettere agli schermi tv, dalle pagine dei giornali alle affissioni stradali.
Stai con Marcuse o con McLuhan?
La Stampa - Tuttolibri, 19.6.2010

La fortuna di un libro si misura anche da quella del suo titolo, dal modo in cui una società, magari storpiandolo, lo accetta e lo legge. Argomento che vale senz’altro per la letteratura (dove nomi dei personaggi celebri, da don Chisciotte al Gattopardo, divengono spesso formidabili antonomasie) e che funziona anche per quei testi di saggistica (Il disagio della civiltà, L’uomo a una dimensione, Avere o essere…) i cui titoli finiscono per generare espressioni proverbiali di ampia portata.
Foro italico e stupore
I love Sicilia - giugno 2010

In un grosso convegno sugli spazi urbani e le loro ricadute sociali, a Parigi, ho parlato del Foro Italico di Palermo. Ho spiegato che cos’era e che cosa è diventato, il suo ruolo nella struttura urbanistica della città, il suo valore simbolico, le ricadute che sta avendo anche sul piano della integrazione interetnica.
Ma il libro non ha un cuore di panna
La Stampa- Tuttolibri, 22 maggio 2010

La montagna ha partorito un cuoricino? A guardare l’immagine che chiude lo spot sulla Giornata nazionale per la promozione della lettura, che si celebra domani in Italia, sembra proprio di sì.
L'emigrazione del purtroppo
I love Sicilia - maggio 2010

La parola ‘purtroppo’, purtroppo, va a Nord. Di che cosa si tratta? Anni fa, in un periodo di ristrutturazione a casa, avevo scritto un articoletto in cui lamentavo il massiccio uso di ‘purtroppo’ ogni volta che qualcheduno non voleva prendersi le proprie responsabilità professionali.
Che bel via vai mentre aspetti il tuo volo
La Stampa Tuttolibri, 3 aprile 2010

Ricordate “The Terminal”, quel film metafisico di Spielberg dove un personaggio dell’Est europeo viene bloccato all’aeroporto di New York per molte settimane, a causa di un inghippo burocratico? Dopo svariati incontri, il protagonista Viktor Navorsky capisce che la Grande Mela è lì, al terminal aeroportuale, e non sente più il bisogno di visitare la vera Manhattan. Il film ha suscitato reazioni impreviste.
La gita all'Ikea
I love Sicilia, aprile 2010

Della globalizzazione sappiamo tutto o quasi, fasti e nefasti, pregi e difetti. L’argomento intristisce, ma soprattutto annoia. Eppure, l’angolo visuale dal quale percepiamo questo fenomeno tanto immenso quanto pervasivo, quello siciliano, induce ad alcune cupe riflessioni fra l’economico e l’esistenziale.
Palermo è invasa da manifesti pubblicitari che inneggiano festanti allo sbarco in città di un colosso del fast food (“perché, non c’era?”).
Dai jeans alle canzoni di Mina, tutti i nostri 'intramontabili'
La Stampa Tuttolibri, 27 marzo 2010

Che cos’è un classico? Lo sappiamo: un libro che rimane nel tempo, resiste alla storia, magari adattandosi a nuove epoche e fortuite circostanze culturali. Sì, ma oggi ‘classico’ è anche un modo di dire che indica fenomeni più vasti, non solo relativi alla letteratura e ai libri ma, in potenza, a qualsiasi altro segno o linguaggio della cultura mediatica. Classici sono i jeans e le canzoni di Mina, i film con Peter Sellers o la 500, un divano del design italiano degli anni 50 o una borsetta di Courrèges.
Il landscape dei serbatoi
I love Sicilia - marzo 2010

Ho avuto l’occasione di assistere alla proiezione del bel documentario “Landscape in progress”, dedicato al paesaggio sub-urbano nei dintorni di Messina e Reggio Calabria. Desolazione, degrado, incuria: la tragedia di Gianpilieri vi è annunciata.
Ossessione cervello
La Stampa Tuttolubri, 5.2.2010

“Il cervello – dichiarava Woody Allen – è il mio secondo organo preferito”. Inutile dire quale fosse per lui il primo. Importante invece per noi l’idea di una gerarchia fra parti del corpo, fantasiosa o fondata che sia, responsabile dell’identità profonda di individui e gruppi, epoche e culture. Per quanto non ci si pensi, una classifica degli organi corporei permea l’esistenza di tutti.
L'era post-punteruolo
I love Sicila - febbraio 2010

A Caltanissetta, diceva Brancati, si parla solo di metafisica e di donne; mentre a Catania, abolendo la metafisica, restano solo le donne. Già Sciascia rilevava un decadimento in queste pratiche di conversazione fra galli – nel senso dei dongiovanni meridionali. Al punto che a Bagheria, osservava Buttitta, oramai si parla solo di agrumi, e dei magnifici innesti che ogni piccolo proprietario terriero sperimenta, magnificandoli.
Branderizziamo
I love Sicilia - gennaio 2010

Da quando ho scritto un libro sul discorso di marca, in tanti mi chiedono di brandizzare l’impossibile. O di ripensare il mondo sub specie d’un marchio possibilmente globale. Così, la dispersione tuttologica aumenta. E lo psicanalista ingrassa.
Creativi e sfaticati: Pinocchio siamo noi
La Stampa Tuttolibri, 12 / 12 / 2009

“Mangiare, bere, dormire e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo”. E’ questa la filosofia di Pinocchio, il burattino più famoso e più matto del mondo. Ma, forse, non del suo creatore: sia esso l’autore del libro che ne narra le gesta (Carlo Lorenzini, in arte Collodi) o la coppia di falegnami (Mastro Ciliegia e Mastro Geppetto) che all’interno di quel libro ne forgiano le fattezze.
Montalbano cambia veste in una Palermo irredimibile
I love Sicilia, dicembre 2009

A Palermo, Montalbano non è cosa. Il commissario più famoso dei media nel capoluogo siciliano non saprebbe come comportarsi, né avrebbe credito. Troppi intrallazzi, zone oscure, malversazioni, malaffari. Così, volendo ambientare a Palermo l’ennesima storia di intricatissime commistioni fra politica e mafia, traffici finanziari e sesso a tinghitè, occorre trasformare il personaggio, renderlo plausibile alle mutate situazioni.
Ti basta un Sms e rovesci il leader
La Stampa Tuttolibri - 7.11.2009

La mattina del 13 marzo 2004 un giovane madrileno manda un SMS al cellulare di dieci amici, proponendo loro di vedersi nel pomeriggio presso la sede del Partido Popular, improvvisare una manifestazione contro il suo leader, e poi magari andare al cinema. Con una semplice raccomandazione: “pasalo!”, cioè “invia questo messaggio ad altri, fallo circolare!”.
L'urbanistica ai tempi dell'amore
I love Sicilia, novembre 2009

Il paesaggio urbano, da noi, sta cambiando. Le case crescono, lo so, ma non è di questo che voglio parlare. Penso semmai alle scritte sui muri, di qualsiasi natura, forma e dimensione: muretti a secco e piloni d’autostrada, pontili e facciate di palazzi, moletti per diportisti e perfino bordi di marciapiede. Un muro bianco, diceva Roland Barthes, è una perfetta, inevitabile superficie d’iscrizione, e c’è sempre qualcuno che prima o poi l’imbratterà per manifestare le proprie opinioni o per manifestare la propria capacità creativa.
L'uomo che vuole ordinare il mondo
La Stampa - Tuttolibri, 24.10.2009

Anni fa frequentavo una curiosa biblioteca di filosofia. Era diretta da un simpatico personaggio che passava il tempo a cambiare di posto i libri dagli scaffali, chiedendo ai visitatori continui consigli su quello che avrebbe dovuto essere l’Ordine Perfetto per quell’accozzaglia di testi. Dove mettiamo il testo di Adorno sul giovane Hegel, con la Scuola di Francoforte o nella letteratura secondaria sull’idealismo?
Il Sud e l'autoironia dimenticata
I love Sicilia -- ottobre 2009

Tra le possibili lamentazioni circa l’epoca volgare e ignorante che stiamo vivendo potremmo annoverare la perdita dell’ironia. Che, nella nostra terra, si manifesta come commiato dall’autoironia, e cioè da quel sentimento di distacco dal mondo e di compassione verso gli altri che dovrebbe caratterizzare, a pensarci bene, ognuno di noi.
Emozioni in punta di forchetta
La Stampa Tuttoilibri, 12 settembre 2009

Gli oggetti, checché se ne dica, non hanno nulla di oggettivo. Non stanno lì, silenti e imbolsiti, dure realtà materiali e fisiche che esistono e consistono a prescindere dagli individui. Molto diversamente, le cose vivono con noi e per noi, svolgono azioni, suscitano e provano emozioni, raccontano storie – spesso perfino autobiografiche. Gli oggetti insomma sono attori sociali, che costruiscono e trasformano la società al pari dei soggetti umani, dei gruppi, delle classi.
Impossibile, eppure le torri sono crollate
La Stampa Ttl, 15.08.2009

Niente di più attuale dei miracoli. Anche se non ci facciamo caso, stiamo tutti sempre a ripetere: “impossibile, eppure è reale!” Altro che razionalismo critico, altro che illuministico rigetto delle superstizioni, altro che tecnologica gestione degli eventi, altro che logica osservazione dei concetti.
L'ultima spiaggia
I Love Sicilia, agosto 2009

Occupandoci del senso dei luoghi, dei loro usi e linguaggi, non possiamo non parlare delle nostre spiagge. L’estate impazza, e con essa tutta l’antropologia del popolo siciliano, il quale notoriamente abbandona pub, piazze e altri luoghi di socializzazione cittadini per stabilirsi ostinatamente lungo il bagnasciuga, dando luogo a comportamenti e situazioni tipicamente marinari.
Il meticciato dello spinello
I Love Sicilia - luglio 2009

Una breve di cronaca ci colpisce. A casa di un boss della mafia che coltivava rigogliose piantone di canapa indiana per produrre hashish e marijuana da spacciare ai consumatori dai palati più fini, i carabinieri hanno trovato anche una copia della “bibbia della cannabis”.
Con Obama vanno al governo le emozioni
La Stampa Tuttolibri, 27/6/2009

Di Barack Obama e del suo miracoloso successo si è già detto di tutto e di più. E tanto altro si continuerà a dire. Si è detto del suo stile supercool, fatto di gesti eleganti e un immancabile sorriso ben coniugati con straordinarie fermezza e voglia di fare (“yes, we can”). Si è discusso della sua capacità di affrontare – e superare – ostacoli a prima vista insormontabili, trasformando in punti di forza ciò che in partenza era dura barriera (si pensi al caso Palin, oppositrice che è diventata un asset fortissimo).
L'uva confiscata fa il vino buono?
I love Sicilia, giugno 2009

L’altro giorno ero a cena a casa di un collega bolognese, un salotto molto chic e molto trendy di professori universitari benpensanti, aperti d’idee, simpatici, curiosi. A un certo punto è arrivato un invitato, del luogo e docente anche lui, con la classica bottiglia di vino da mettere immediatamente in fresco per sorseggiarlo tutti insieme. Era un vino siciliano, bianco, credo un ennesimo Chardonnay, e tutti erano molto contenti della cosa. “È fatto con uve coltivate in terreni confiscati alla mafia”, ...
Maestro di segni: Paolo Fabbri
La Stampa Tuttolibri 30.5.2009

Paolo Fabbri, studioso di semiotica, linguistica e filosofia del linguaggio noto in tutto il mondo per la sua straordinaria cultura e intelligenza, la sua smania di far interagire mondi e problemi a prima vista diversi, per la sua capacità di rigirare le questioni teoriche per vedere le cose da un altro punto di vista, inusuale e produttivo. Fabbri, che ha compiuto 70 anni a metà aprile ...
Il nostro identikit sta nella tavola
Cronache di gusto, suppl. al n. 115 del 28/5/2009

È arcinoto che il livello di civiltà di un paese si riconosce anche dai suoi ristoratori. L’uomo è ciò che mangia, lo sappiamo, e soprattutto quando va a cena fuori. Si pone così, ovviamente, un problema di qualità del cibo che ingurgitiamo più o meno golosamente meditabondi, nonché dei prodotti da cui esso almeno in linea di principio deriva
Il luogo dei baroni
I love Sicilia, maggio 2009

La tentazione immediata, alla quale molti non resisteranno, è quella di non parlarne, di tacere mettendo il muso sotto la sabbia. Ma gli struzzi, quando fanno così, mostrano il sedere. Meglio allora non imitarli. E prendere di petto la questione, delicata e massiccia al tempo stesso. Delicata perché in qualche modo tratta di colleghi e amici, che dispiace veder maltrattati. Massiccia perché investe un problema tutto italiano, e meridionale in particolare, che è quello della cosiddetta fuga dei cervelli e, correlato, delle pessime condizioni baronali in cui versa l’università italiana.
Oltre le case crollano le identità
La Stampa Tuttolibri, 18.4.2009

Che cos’è un disastro? Diremo che si tratta di un evento fisico, naturale o tecnologico, che ha gravi conseguenze sull’ambiente e sulla popolazione. Un terremoto, un’eruzione vulcanica, lo scoppio di una centrale elettrica, un ponte che crolla. Sì, certo: ma che cosa significa, in effetti, “conseguenze”, e chi decide quando e quanto esse sono “gravi”?
I semiologi lo fanno meglio?
E/C rivista dell'AISS [www.ec-aiss.it]

Presi da mille impegni accademici o esistenziali, i semiologi si lasciano sfuggire occasioni su occasioni per mettere in pratica le loro capacità d’analisi e di riflessione. Materiali su cui lavorare ce ne sono tanti: basterebbe fare attenzione alla vita quotidiana, ai mutamenti sociali, ai media, alla politica, alle trasformazioni urbane, al design, alle pratiche artistiche…. Basterebbe riprendere il gesto al tempo stesso critico e puntiglioso del primo Barthes. Basterebbe volgere lo sguardo oltre gli steccati dell’università e dei raggruppamenti disciplinari. Basterebbe pensare.
Per fortuna c’è chi pensa per noi. Nel doppio senso dell’espressione: pensa al posto nostro; pensa al nostro bene. E di costoro mi piacerebbe si discutesse in questa rubrica-blog che “e/c” inaugura qui e ora.
La moda è quel che passa di moda
Cronache di gusto, supplemento al n. 107 del 2.4.2009

La moda è ciò che passa di moda. Detta da un matto geniale come Salvador Dalì questa affermazione può apparire una boutade. Ma è la profonda verità di uno dei fenomeni che più influenzano l’universo della comunicazione e, perciò, la nostra vita. Non ci si riflette abbastanza quando si è sulla cresta dell’onda. Se ne patiscono le conseguenze quando i riflettori si son spostati e nessuno si ricorda più.
La metafora del dosso
I love Sicilia, aprile 2009

C’è una buona notizia. Il tempo e l’usura hanno fatto scomparire dalla Favorita i dossi artificiali. Erano stati istallati anni fa, sperando che la gente rallentasse lungo viale Diana e viale Ercole, dunque per ragioni di sicurezza stradale, dove c’è da sempre un divieto di velocità che nessuno rispetta. Ma l’esito è stato opposto.
C'era lo chef, è arrivato il food designer
La Stampa Tuttolibri, 28.3.2009

Il design è dappertutto, si occupa di tutto e di più: nella moda e nel cibo, nei musei e nei negozi, nel cinema e nella televisione, nei computer e nella cosmetica, nelle confezioni delle merci e nella segnaletica, nella comunicazione e nell’editoria, nelle tecnologie e nelle interfacce, nella città e il territorio, nei videogiochi, negli affari, nella musica, nel web, ma anche nella medicina e nel corpo, nella fisicità e – perché no? – nel sesso.
Il corpo offeso
Diario, XIV, 4

La vicenda di Eluana Englaro ha fatto sprecare tante parole che non troviamo alcun aggettivo utile a definirla. Finalmente, potremmo dire. Tuttavia, anche il silenzio è terrorista, perché di fatto mescola la rancorosa pietà per il corpo offeso con l’accettazione passiva di un esistente che mal nasconde troppe responsabilità eluse.
Il Grande Fratello è figlio di McLuhan
La Stampa Tuttolibri - 7.2.2009

In principio, come sempre, era Walt Disney. E con lui il suo universo immaginario di fumetti e film, pupazzi e parchi di divertimento, gadget e giornaletti, programmi cult e intere reti televisive: il tutto entro precise strategie di marca.
Slow fast
Anteprima IV, II

Il futurismo ha cent’anni, lo sappiamo. Ma non tratta di un anniversario qualsiasi, della celebrazione posticcia di un personaggio storico, un movimento artistico o un’idea politica, come tante se ne inventano per organizzare una mostra o un convegno, pubblicare un libro, attirare turisti o chiedere fondi a un assessorato.
Ma dove asciugarsi i capelli?
La Stampa TtuttoLibri, 24.1.2009

Ristrutturando casa, o costruendola ex novo, a tutti sarà capitato, di fronte a muri grigi e pavimenti umidicci, di sentirsi chiedere: “dove metterà il televisore?”, “dove collocherà i comodini?”, “in quale angolo si asciugherà i capelli?”. Bisogna predisporre l’impianto elettrico sottotraccia, e ogni nostra mossa di futuri abitanti di quegli spazi ancora inespressivi deve essere prevista con largo anticipo.
Passioni della montagna
Art & Dossier, gennaio 2009, n. 251

“Je n’aime pas les montagnes. Les montagnes ont l’aire de nous faire la morale”. Strana dichiarazione, pure se pronunziata da Gaston Bachelard, filosofo del razionalismo applicato e della revêrie. Perché le montagne avrebbero l’aria di farci la morale al punto da rendersi insopportabili? Linguisti e semiologi offrono una spiegazione, basata su osservazioni che riguardano il nostro modo di parlare.
Troppi testimonial uccidono lo spot
La Stampa, 3.1.2009

Se la pubblicità è la versione attuale dell’antica retorica, ha lo scopo di convincere e non d’informare. Per far ciò ogni mezzo è buono. E quando le idee mancano, per tener desta l’attenzione si ricorre allo stesso mezzuccio: il testimonial. Qualcuno che, famoso di per sé, dona (si fa per dire) la propria notorietà al prodotto, attestandone l’infinità bontà e convenienza. Una versione degradata dell’argomento d’autorità: ipse dixit dunque compro.
Come piacciono quelli che vendono fumo
La Stampa TuttoLibri, 20.12.2008

George W. Bush faceva a ripetizione imbarazzanti errori d’inglese. Ma – riconoscia-molo – è stato un bravissimo narratore. Almeno in questo l’ha seguito Barack Obama, che s’è preparato alla campagna presidenziale scrivendo ben due autobiografie. Stes-sa cosa per Nicolas Sarkozy ...
Barche, gioielli, orologi: il sogno di essere ricchi
La Stampa Tuttolibri, 3.12.2008

L’estate corsa, nel solito afoso periodo in cui scarseggiano le notizie, il sultano dell’Oman ha riempito le cronache di alcuni quotidiani locali. Vagava fra i porti del Meridione (Bari, Palermo, Cagliari...) con il suo yacht straordinario e uno stuolo infinito di funzionari al seguito, facendo sfoggio della sua straordinaria ricchezza e della sua commovente munificenza.
I migliori Montalbano della nostra vita
La Stampa, 5.11.2008

Qual è il segreto di Montalbano? Qual è la formula vincente di una fiction di successo che non teme il passare del tempo, mantenendo da ben 10 anni una gran fetta di audience televisiva incollata allo schermo, sia in occasione delle nuove proposte (come i due film “Vampa d’agosto” e “Le ali della sfinge” andati in onda su RaiUno domenica e lunedì scorsi con uno share che ha superato il 40%) sia in quella delle numerosissime repliche proposte ogni volta che lo spettatore annoiato è lì lì per cambiare canale, se non per spegnere l’odiamato televisore?
Per il genio la vita è uno schizzo
La Stampa Tuttolibri, 18.10.2008

“Disegnare. Imparare a vedere le cose. Vederle sviluppare, crescere, subire la metamorfosi, fiorire, sbocciare, morire eccetera... fino al riprodursi del seme”. Curiosa dichiarazione, di primo acchito, che trova tutto il suo senso se inserita nell’opportuno contesto o, meglio, se attribuita al suo autore. Sta, alla data 5 marzo 1960, nel “Quaderno degli schizzi” di uno dei più grandi architetti della storia, Charles Edouard Jeanneret, in arte (è il caso di dirlo) Le Corbusier.
Al supermarket cercando tramezzini da dinosauro
La Stampa, 16.9.2008

Chi ha inventato il carrello del supermercato? Chi ha progettato i “panettoni” che adornando i marciapiedi di mezza Italia? Quando si è diffuso l’uso del numero civico nelle strade? A quando risale il primo paio di occhiali?
Le nostre paure nello specchio dello Scimmione
La Stampa Tuttolibri, 30.8.2008

Chi è il vampiro moderno? Una creatura che succhia il sangue ai vampiri che l’hanno preceduto. Strana inversione, a pensarci: secondo le credenze popolari, sono le vitti-me, una volta vampirizzate, a seguire il cupo destino dei loro raccapriccianti carnefici e diventare a loro volta vampiri.
Qui ci hanno inquinato pure gli occhi
"TuttoLibri", "La Stampa", 09/08/'08

In un noto racconto di Italo Calvino – riprodotto in numerose antologie scolastiche – il protagonista Marcovaldo lotta contro un’insegna luminosa. È la pubblicità intermittente di un Cognac che si chiama Spaak: dalla sua mansarda si vede solo la fine, GNAC, ma quando è accesa basta per oscurare del tutto (cioè illuminare troppo) la luna e il firmamento.
La parola 'purtroppo' come alibi palermitano
La Repubblica PALERMO, 10 .7.2008 pag. 1

Da un po’ di tempo sto ristrutturando casa. Ho quotidiana frequentazione con muratori, idraulici, falegnami, impiantisti, elettricisti, marmisti, piastrellisti, artigiani vari, come anche ingegneri, titolari d’imprese edili, commercialisti, venditori di mattonelle, camini, rubinetti, parquet, interruttori e chissà quant’altro sto dimenticando. Un’esperienza estrema: inesattezze, incapacità, approssimazioni, disguidi e ritardi sono la norma. I “tempi tecnici” spesso invocati corrispondono il più delle volte al tempo perso invece che lavorare. Ma non importa: finirà.
Questi giocano a tutto camp
La Stampa Tuttolibri, 7.6.2008

Un giovinetto svenevole, con capelli ossigenati, cappello e boa di struzzo, che finge di essere Marlene Dietrich. Ecco un’immagine che torna ogni volta che nelle pratiche artistiche e nella teoria estetica novecentesche si cerca di comprendere il cosiddetto Camp. L’immagine si trova in un romanzo di Christopher Isherwood per designare il Low Camp, quello degradato dei “circoli equivoci” della periferia londinese, non quello high di grandi artisti come Mozart, El Greco o Dostoevskij.
IL vento dello sdegno genera libri
La Stampa, 22.4.2008

C’è un vento che soffia per il Paese, una specie di brezza sottile ma persistente, ostinata ma ondivaga, generale se pure con ritmi diversificati al suo interno. È il vento dell’indignazione, che monta da più parti e in più direzioni, ma che molto chiaramente segnala la generale insoddisfazione del cosiddetto uomo della strada – attore sociale sempre più importante nelle società contemporanee – verso le istituzioni pubbliche, la politica, l’amministrazione e i servizi, l’economia e la finanza, la sanità, la giustizia e quant’altro.
E tu di che target sei?
La Stampa, 8.4.2008

Un tempo, in guerra, si mirava a un obiettivo: strategie militari. Adesso, nel commer-cio, si individua un consumatore-tipo: strategie di marketing. Due mondi separati, due epoche diverse? Assolutamente no, per il semplice motivo che entrambi i sistemi usano i medesimi metodi e ragionamenti. Ma soprattutto perché tutti e due fanno rife-rimento a uno stesso oggetto: il target.
Cappuccetto rosso cuore nero
La Stampa, 30.3.2008

Tutte le fiabe sono vere, diceva Italo Calvino: a dispetto del loro carattere fantastico e dell’inverosimiglianza che le contraddistingue, ma anche della loro varietà e trasformabilità, del loro essere riscrivibili all’infinito. Le fiabe sono vere perché è la condizione storica e culturale, volta per volta differente, che le rende tali, che attribuisce loro un senso e un valore, una funzione sociale. Così, più la favola sfugge ai suoi interpreti e a suoi stessi narratori, che mai riescono a ingabbiarla in un’ipotetica “versione originaria” o “definitiva”, più essa palesa la sua potenza simbolica, la sua proverbiale ricchezza.
Gli 80 anni di Segre. Il piacere del testo
La Stampa Tuttolibri, 29.3.2008

Tirar giù dallo scaffale i libri di Cesare Segre, atto voluto e dovuto in occasione dei suoi ottant’anni, è un’impresa non facile ma emozionante.
Mito e caos tra la luna e la bomba
La Stampa Tuttolibri, 8.3.2008

Anni di piombo e di forte creatività, accigliata militanza e sfrenato desiderio, compromessi storici e cupo terrorismo, rinnovamenti civili e realismo magico, radio libere e riflusso nel personale, grandi vecchi e proletariato giovanile, eroina ed Erba-Voglio, cantautori e disco music, divorzio e aborto, drughi e Anti-Edipo, cineforum e teatro underground, rivoluzioni culturale, dei garofani e iraniana, operai e olimpiadi, austerità e orgoglio gay, guerriglia semiologica e glam rock...
Generazione autogrill, la via italiana all’utopia
La Stampa, 17.2.2008

C’era una volta la pausa in autostrada: un pieno di benzina, un controllo alle gomme, un caffé, una sosta al bagno, e via di nuovo lungo l’asfalto scintillante e la teoria di fate morgane che separano dall’agognata mèta delle vacanze. Un intervallo per un po’ di ristoro in luoghi attrezzati per le esigenze primarie di quella creatura ibrida – metà uomo metà macchina – che è l’automobilista, progettati per soddisfare per i bisogni fisiologici del corpo e quelli meccanico-energetici dell’auto.
Tv, stereo, Pc: tutto in una scatola nera
La Stampa Tuttolibri, 2.2.2008

Fra le piccole tragedie che quotidianamente ci affiggono c’è senz’altro quella dell’impossibilità di tenere in ordine il salotto: living, soggiorno, boudoir, tinello o comunque lo si voglia chiamare. L’immagine dell’apparecchio televisivo che prende il posto del vecchio focolare intorno a cui si riunisce ritualmente la famiglia (ne parlava un Baudrillard d’antan) non ha ormai alcun senso.
Nuccio Ordine, rileggere Bruno sino alle midolla
Il Manifesto Alias, 26.1.2008

Strano destino, quello di Giordano Bruno. Paradossale in tutti i sensi. Non solo per quel che riguarda la sua fine mondana, che ne ha fatto un eroe del libero pensiero ben presto trasfigurato un’icona priva di reali contenuti problematici. Ma soprattutto per il destino che hanno avuto i suoi testi.
Barthes, ripensamenti amorosi
La Stampa, 8.1.2008

Nonostante il – a forse a causa del – suo straordinario successo di pubblico (quale fidanzato ‘colto’ non lo ha regalato, speranzoso, alla ‘timida’ fidanzata?), Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes resta un libro non compreso sino in fondo. Sia per quel che riguarda l’oggetto ‘banale’ del libro, quel sentimento amoroso che sembra essere la più universale delle esperienze affettive. Sia per quel che concerne l’ambito di ricerca nel quale il testo è stato pensato, quelle scienze del linguaggio che sull’amore hanno ancora troppo poco indagato, a dispetto del suo palese trasudare segni, parole, immagini, interpretazioni, dichiarazioni, mutismi, deliri e quant’altro è dell’ordine dell’espressione e della comunicazione.
Eco, il labirinto è la vera bussola
La Stampa, 3.1.2008

Il professor Kien, personaggio dotato di una prodigiosa memoria (in Autodafé di Elias Canetti), annotava su un taccuino tutto ciò che aveva deciso di dimenticare. Un gesto semplice nella sua paradossalità, tragico nella sua programmatica inversione d’ogni arte del ricordo, che ben si presta a rappresentare uno dei compiti più ostinati e più ardui che l’umanità s’è data nel corso della sua storia: classificare le cose del mondo, riorganizzare la conoscenza su di esse in opportune rubriche, a imitazione più o meno consapevole di quello che le lingue, nella loro complicatissima imperfezione, già fanno a loro uso e consumo. Parlare e pensare non sono la stessa cosa, ma la forma nascosta grazie alla quale compiamo le due operazioni è la medesima.
La felicità ha gli occhi tristi
La Stampa Tuttolibri, 29.12.2007

L’ambiguità del periodo natalizio è nota. In questa zona dell’anno le date in rosso del calendario, persino più frequenti di quelle in nero, rischiano di mandare in rosso il conto corrente, a causa di un consumismo sfrenato che mal si giustifica con l’ostinata ricerca della felicità collettiva. L’euforia obbligatoria acceca gli animi e svuota i portafogli.
Le parole fra noi pesanti
La Stampa, 19.12.2007

Era il 1966 quando, in piena temperie sperimentalista, Peter Handke metteva in scena il suo Insulti al pubblico, un testo breve e intenso dove la mira metateatrale (trattar male la platea) si accompagnava un più ampio bersaglio polemico (schernire la borghesia benpensante tedesca dell’epoca).
Ti spiego come parlano le immagini
La Stampa Tuttolibri, 8.12.2007

Possiamo disegnare un ossimoro, vedere una metafora, dipingere una metonimia, fotografare un’iperbole o un paradosso? Sì, certamente. Anche se tradizionalmente le figure retoriche sono state considerate d’esclusivo dominio del linguaggio verbale, scritto o parlato a seconda dei casi, è abbastanza evidente che il loro dominio e la loro forza può essere una prerogativa anche delle immagini. Che cos’è la moltiplicazione delle Marilyn di Andy Warhol se non una tautologia?
Percepire, statuto (ambiguo) del corpo
Il Manifesto Alias, 10.11.2007

In tempi di sclerotizzati dibattiti fra universalismo e relativismo, ai quali cui solo qualche sparuto politico e taluni preti di provincia prestano ancora sincera attenzione, uno sguardo sugli studi di antropologia della percezione non può che risultare felicemente salutare. Questa serie di studi riconosciuta e diffusa in numerosi centri di ricerca nel mondo ci dimostra, grazie a una gran quantità di dati etnologici, che tale dibattito non ha ragion d’essere: lo specifico della cultura umana è l’essere dinamica e cangiante, sapersi egregiamente adattare ad ambienti diversi e situazioni nuove, plasmando e riplasmando il corpo e gli organi di senso in funzione di questa esigenza d’adattamento.
Gesù, quante facce
La Stampa Tuttolibri, 3.11.2007

Che cos’è la transustanziazione? E’ un dogma cristiano col quale, nell’atto liturgico della consacrazione, si stabilisce il cambiamento di sostanza del pane in corpo di Cristo. In quel momento della Messa, quando il sacerdote, recitata la formula di rito, mostra ai fedeli inginocchiati l’ostia consacrata, quell’ostia – ha stabilito il Concilio Laterano del 1215 – non ha più nulla a che vedere con la farina del pane ma è diventata a tutti gli effetti carne del corpo di Gesù. Mistero della fede, certo, e come tale indiscutibile, non comprensibile mediante ragione.
Il bello del brutto? Ci attrae e ci turba
La Stampa Tuttolibri, 20.10.2007

Non è brutto ciò che è brutto ma è brutto ciò che piace. Quando proviamo a definire la bruttezza, a rappresentarla, raccontarla o descriverla, ne viene fuori una qualche attrazione verso di essa, un diniego che è un trasporto, un disgusto che ci prende. Senza per questo evocare segrete perversioni o pose provocatorie: il brutto, costitutivamente, non è mai il contrario del bello ma una sua parte.
Ogni secolo ha la sua bellezza
La Stampa Tuttolibri, 13.10.2007

Va in onda in tv lo spot di un deodorante dove una ragazza mostra parti del corpo – sedere, ventre, labbra -- al suo ragazzo chiedendogli: “che cosa ti piace di più di me?”. E lui senza esitazione indica le ascelle. Dialogo che piacerebbe a Georges Vigarello, storico francese che si occupa del nesso fra forme dell’organizzazione sociale e immagini culturali della corporeità (ha scritto di igiene, sport, violenza sessuale), e che firma adesso una Storia della bellezza: testo dove, appunto, si mostrano le preferenze che le varie epoche storiche hanno avuto per le diverse parti del corpo umano.
Tutti a caccia di invarianti
Il Manifesto Alias, 4.8.2007

Quando nel 1928 Vladimir Propp, oscuro docente di lingua tedesca nei licei di Leningrado, pubblica Morfologia della fiaba, ha da poco superato la trentina. Negli anni dell’uni¬versi¬tà, studiando filologia slava, gli era capitato di seguire un agitato seminario sull’opera di Puskin dove si erano formati molti di quei formalisti russi (Vengerov, Tynjanov, Oksman...) che dopo la Rivoluzione d’Ottobre stavano provando a resistere ai pesanti ostracismi del marxismo sovietico. Ma i suoi interessi e le sue aspirazioni erano, almeno in apparenza, meno impegnativi.
Semiotica aperta
Il Manifesto Alias, 21.7.2007

“È molto difficile parlare del senso e dirne qualcosa di sensato”. Con questa affermazione a prima vista banale Algirdas J. Greimas, maestro della semiotica novecentesca, apriva nel ‘70 uno dei suoi libri più importanti (intitolato, appunto, Del senso), enunciando un programma di ricerca al tempo stesso ben circoscritto e terribilmente ambizioso. Già da un decennio l’algido ed entusiasmante strutturalismo (in filosofia, in psicanalisi, in etnologia, in critica letteraria...) aveva preso il posto – e non soltanto al Café de Flore – dell’esisten¬zialismo di Sartre e Camus, a sua volta erede salottiero dell’accademica svolta fenomenologica di Husserl e Merleau-Ponty.
L'ombelico va e viene
La Stampa Tuttolibri, 7.7.2007


Negli anni Sessanta la moda mostrava le gambe delle donne, nei Settanta il seno, adesso la pancia. Sono i jeans a vita bassa che dilagano a più non posso, con conseguenze non sempre esteticamente rilevanti ma di sicuro impatto per un occhio – il nostro – ormai abituato a tutto e a di più. Problema: chi lo ha deciso? Un gruppo di stilisti sadici che per glorificare il ventre piatto di quattro modelle anoressiche fanno soffrire milioni di fanciulle troppo in carne e i relativi fidanzatini?

Second life. Il fu Pirandello rinasce nel web
La Stampa Tuttolibri, 19.5.2007

Dopo il global warming, second life. Volendo stilare una classifica degli argomenti oggi più discussi sui media e nei salotti, per le strade e nelle aule scolastiche, al bar e nei consessi accademici, ecco che cosa sarebbe certamente in testa. Se per quel che riguarda il primo tema non è necessario chiedersene la ragione, per il secondo infastidisce e attrae un tale successo sociale e mediatico.
Parola d’ordine: “Lusso di massa”
La Stampa Tuttolibri, 21.4.2007

Che cos’è il lusso? Ricchezza, esclusività, ricercatezza, ostentazione. Insomma, roba per pochi fortunati. Tutto qui? Proviamo a considerare due verosimili personaggi attuali.
Barthes, il mito sta nei dettagli
La Stampa Tuttolibri, 7.4.2007

I sordidi incontri di catch nelle periferie parigine, la bistecca al sangue e le eterne patate fritte, la pubblicità dei detersivi iperschiumosi, gli antichi romani nei film di Mankiewicz, l’epopea ciclistica del tour de France, le rubriche astrologiche nelle riviste femminili, la Citröen DS, il viso algido di Greta Garbo nella Regina Cristina, lo strip tease al Moulin Rouge, Gide in vacanza sul fiume Congo che legge Bossuet, le fotografie di pietanze ornamentali sui giornali di cucina,...
Ma chi sei se non stai in vetrina?
La Stampa Tuttolibri, 10.2.2007

Che cos’è una vetrina? Apparentemente è una lastra di vetro che separa il negozio dal marciapiedi. Ma a ben pensarci, si tratta di qualcosa di più complicato. Piuttosto che un oggetto del mondo, la vetrina è un dispositivo al tempo stesso ottico e promozionale, un congegno che trasforma il passante casuale in un sicuro compratore. Dietro quel vetro largo e splendente, ogni negoziante espone gli oggetti che più potrebbero attirare l’attenzione del cliente, portandolo a entrare nel negozio e ad acquistare qualcosa. Una vetrina parla, dice cose molto precise che, in fondo, sono suadenti promesse a chi, attraversandola con lo sguardo, punta su ciò che essa tuttavia gli impedisce di toccare.
Mi piace tanto il tuo nome
La Stampa Tuttolibri, 20.1.2007

Può un nome proprio essere bello? Esiste un’estetica dell’onomastica, una poe-tica dei battesimi, un’agudeza dei modi in cui si viene chiamati? Razio¬nal¬mente no. Un nome proprio non ha significati concettuali ma funzioni pratiche: ser-ve a designare qualcuno, a fornirgli un’identità, a collocarlo in una tradizione familiare e in una cerchia sociale, in una cultura. Non certo ad abbellirlo. Il battesimo, a ben pensarci, è un atto mitico fondamentale, non una creazione artistica. Da Russell a Kripke, da Lévinas a Lotman lo si è ribadito fortemente.
Si dice impero, ma è un emporio
La Stampa Tuttolibri, 30.12.2006

Ferisce più il grafo che il cannone. A fare e disfare gli imperi, da tempo, non sono le armi, puro supporto intimidatorio di conquiste commerciali e mediatiche più sottili ed efficaci. Sono semmai le indagini statistiche sui comportamenti della gente, soprattutto quando – e non è poco – essa si dedica all’ac¬quisto e all’uso di quella grande quantità di beni e servizi che (iper)pro¬duttori e (super)mercati quotidianamente ci offrono.
Distruggere dipinti e statue non è follia
La Stampa Tuttolibri, 2.12.2006

Perché la gente distrugge le immagini? Come mai certe persone, certe culture, certe epoche se sono presa con dipinti e statue al punto da praticarne il sistematico annientamento? Strano atteggiamento, quello del distruttore d’im¬ma¬gini: fanatico più d’un vandalo, idolatra più degli idolatri che odia e persegue. Se la prende con i simulacri delle cose piuttosto che con le cose. Fa a pezzettini la rappresentazione lasciando intonsa la realtà. Delirio collettivo? Incomprensibile follia? Tutt’altro.
Il sexy marketing ci fa le coccole
La Stampa Tuttolibri 18.1..2006

Vado al ristorante per mangiare una bistecca. Mi accoglie una signora in tailleur nero e atteggiamento equivoco (“sono Claudia, come posso aiutarla?”) che riesco a schivare con un sorriso ebete, per raggiungere a fatica il primo ta-volo libero. Non appena seduto, ecco una sfilza di cose strane (candele accese, incenso che brucia) e domande a più non posso (“naturale o gasata?”, “le dà fastidio la musica?”, “faccio abbassare le luci?”).
Oggi ancor più dei governi contano Nike e McDonald’s
La Stampa Tuttolibri, 2.9.2006

Che cos’è una tribù? Nulla di odiosamente razzista o surrettiziamente colo-nialista, per carità. Una tribù è oggi una nozione sociologica che cerca di spiegare come mai, nelle società contemporanee, la tradizionale dialettica fra individuo e collettività ha ceduto il posto a più complesse dinamiche che tendono a raggruppare – e a dividere – le persone secondo i loro gusti e le loro preferenze, il loro modo di vestirsi o di pettinarsi, di ascoltare la musica o di guidare la motocicletta: insomma, sulla base dei loro consumi.
Bella, sana e in forma: ma sempre debole
La Stampa TuttoLibri, 15.7.2006

Un uomo pubblico è una persona importante. Una donna pubblica molto meno. Un cortigiano è un uomo di corte, una cortigiana ha tutt’altro signi-ficato. Ma si pensi anche a un massaggiatore e una massaggiatrice; a un professionista e una professionista; a un uomo facile e una donna facile; a un tenutario e una tenutaria; a un uomo senza morale e una donna senza morale; a un intrattenitore e un’intrattenitrice. E potremmo continuare a lungo.
Sulle autoblinde di Victor Sklovskij
"La Stampa" - tuttoLibri 3.6.2006

C’è un racconto di Tolstoj dove a parlare è un cavallo: “comprendo il linguaggio degli uomini – dice –, ma non afferro il significato della parola mio”. E spiega: “quelli che mi danno da mangiare, mi curano e si preoccupano di me non usano mai questa espressione. Ad adoperarla è invece un tizio che arriva ogni tanto, allontana questi benefattori e mi cavalca soddisfatto per quindici minuti”. È il modo il cui il grande scrittore russo spiega l’arbitrarietà di una istituzione sociale come la proprietà privata: ne fa osservare gli esiti da un animale, il quale, dal suo punto di vista, non può che coglierne le intime contraddizioni.
Dimmi come ti pettini e ti dirò chi sei
La Stampa Tuttolibri, 8.4.2006

Provate a digitare “capelli” in un qualsiasi motore di ricerca su internet: troverete moltiplicata sino all’inverosimile l’odierna ossessione per la cal-vizie. A dispetto di uno o due siti che offrono eruditi cenni di tricologia (cioè di anatomia, fisiologia e patologia del capello) o di uno sparuto nume-ro di indirizzi elettronici di parrucchieri e acconciatori vari, sembra che nel-la rete la questione scottante sia quella dell’angoscia per la caduta dei ca-pelli. E dunque di tutti i possibili, salvifici espedienti per evitarla, bloccarla, rallentarla, quando non addirittura per invertirne la rotta: il famigerato, tri-stemente politico trapianto.
Il nostro chador? La chirurgia plastica
La Stampa Tuttolibri, 25.3.2006

La moda, diceva Salvador Dalì, è ciò che passa di moda. Irrisione sdegnata di un artista ostinatamente geniale o profonda intuizione sociologica? Entrambe, probabilmente, dato che questo fenomeno tanto frivolo quanto necessario dell’attuale cultura sociale permea di sé gran parte delle dimensioni della nostra esistenza: da quella dell’abito e del costume, da cui certamente è nata, a quella dell’arredamento e dell’architettura, della cucina, delle automobili, del design, della musica, del turismo..
Eco: se il popolo è diventato cliente
La Stampa Tuttolibri, 4.3.2006

Un tormentone mediatico vuole che gli intellettuali stiano ormai chiusi nelle loro torri d’avorio, disinteressandosi alla realtà dura e pura a tutto vantaggio dei loro perpetui sogni metafisici. A fronte degli innumerevoli guai del mondo attuale e delle sue violente trasformazioni politiche e sociali, sembra che l’uomo di lettere – smessi i panni dell’impegno sartiano – non solo non voglia trasformare il mondo ma non si preoccupi nemmeno di interpretarlo. È una diceria che circola nei media,
Occhio alle virgolette
La Stampa Tuttolibri, 25.2.2006

“La mafia fa schifo. Difendiamo le nostre libertà”. Ecco un paio di frasi recentemente esposte da grossi cartelloni pubblicitari in giro per la Sicilia, cui seguiva a mo’ di firma il logo istituzionale della Regione. A far sua quest’affermazione perentoria era il governo dell’Isola, il cui Presidente, accusato di collusione con i boss, prendeva pubblicamente e platealmente le distanze da Cosa Nostra.
Perché la Cina non separa bene e male, vero e falso
La Stampa Tuttolibri, 28.1.2006

Tra gli attuali tormentoni mediatici, è particolarmente insistente in questi ultimi mesi quello dell’allarme cinese. La Cina è vicina, si ripeteva un tempo con un vecchio film, e questa vicinanza oggi appare – ci dicono osservatori esperti – particolarmente grave per la nostra economia e per la nostra politica. Forse addirittura per la nostra libertà.

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